Ripensare la casualità, la complessità e l’evidenza nella ricerca scientifica e medica
Mi sono imbattutta un pò per caso in questo progetto, che ritengo meriti di venir segnalato e conosciuto da chi si occupa di ricerca scientifica, filosofica, ma anche dal pubblico che ogni giorno assiste, confuso, ai dibattiti in TV o in rete tra esperti e scienziati. Questo progetto ci può aiutare, mi pare, a comprendere le ragioni di tali disaccordi.
Causehealth è un progetto di ricerca nato in Norvegia e UK, ma ora diffuso tra scienziati di tutta Europa e oltre. Promuove una ricerca interdisciplinare, che unisce filosofia, medicina e scienze empiriche, e ha come obbiettivo quello di generare un cambiamento nella ricerca medica e scientifica. Particolare attenzione viene rivolta al rapporto causa-effetto, al modo – non univoco – in cui esso viene interpretato e applicato nella pratica scientifica e nelle scienze mediche applicate.
Elena Rocca, co-direttrice del progetto, insieme a Rani Lill Anjum, ne parla in questo webinar (a cura di HDEMY). Il webinar è in italiano, ad accesso gratuito, di tre puntate (ca 40 min l’una).
Rocca ci spiega come la filosofia, la filosofia della conoscenza in particolare, abbia a che fare con la scienza empirica: le nostre convinzioni irriflesse influiscono sul nostro modo di guardare il mondo e, inevitabilmente, anche sul modo in cui diversi scienziati leggono e interpretano gli stessi dati.
Che l’evidenza empirica sia passibile di interpretazione è qualcosa che la filosofia della scienza sa da tempo e che recentemente ha scoperto anche l’opinione pubblica, assistendo a scienziati ed esperti discutere e contrapporre tesi e spiegazioni differenti a fronte degli stessi dati empirici. È una dinamica normale nella ricerca scientifica, ma che ha generato nel pubblico un pericoloso meccanismo di infodemia, che ha aumentato ansie e confusione collettive.
Tra le finalità del progetto vi è quella di rendere scienziati e operatori sanitari consapevoli dei molti bias cognitivi che influenzano il nostro giudizio, aiutandoli a meglio comprendere, anche da un punto di vista filosofico e strettamente cognitivo, i concetti di conoscenza, evidenza, causalità, e probabilità. L’obbiettivo è migliorare la ricerca e la clinica, ma anche la loro comunicazione e il rapporto con il paziente, che deve stare al centro della pratica medica.
Parte del lavoro di Causehealth è oggi disponibile ad accesso gratuito (open access) nel volume Rani Lill Anjum, Samantha Copeland, Elena Rocca (ed.s), Rethinking Causality, Complexity and Evidence for the Unique Patient. A CauseHealth Resource for Healthcare Professionals and the Clinical Encounter, Springer 2020.

“This open access book is a unique resource for health professionals who are interested in understanding the philosophical foundations of their daily practice. It provides tools for untangling the motivations and rationality behind the way medicine and healthcare is studied, evaluated and practiced. In particular, it illustrates the impact that thinking about causation, complexity and evidence has on the clinical encounter. The book shows how medicine is grounded in philosophical assumptions that could at least be challenged. By engaging with ideas that have shaped the medical profession, clinicians are empowered to actively take part in setting the premises for their own practice and knowledge development. Written in an engaging and accessible style, with contributions from experienced clinicians, this book presents a new philosophical framework that takes causal complexity, individual variation and medical uniqueness as default expectations for health and illness.” (Dall’introduzione del volume).
Per chi volesse saperne di più, segnaliamo qui anche un podcast a più puntate, in inglese, su alcuni dei temi affrontati dal progetto.
