Leggendo La luna e il bambino di Jimmy Liao (Edizioni Gruppo Abele) con la mia bambina (6 anni).

Le cose visibili non si riescono più a vedere.
La brezza estiva soffiava leggera, ma è scomparsa all’improvviso.
I ricordi sono svaniti. Restano solo le ombre indistinte degli alberi, che oscillano lievemente.
Le cose che non si riescono più a vedere, allora, non esistono?
Leggo questa frase all’inizio della storia e subito mi interrompo, chiedo alla mia bambina cosa ne pensa, e in un attimo, così per caso, ne nasce un vero e proprio dialogo filosofico:
-“Tu cosa pensi? Possono esistere cose che non si riescono a vedere?”
– “Certo!”
– “ah sì?”
– “sì mamma, ad esempio la lampadina dentro la mia lampada non si vede ma esiste”
– “è vero, non ci avevo pensato! E cos’altro esiste senza che si possa vedere?”
– “mmm… beh, ad esempio questa coperta, è fatta di fili piccolissimi cuciti insieme, io lo so, ma non si vedono i fili, vedi solo la coperta”
– “eh sì, hai ragione. E altre cose? Ad esempio Santa Lucia?”
– “sì, brava! Santa Lucia esiste ma non si può mica vedere!”
– “e i ricordi?”
– “sì, certo anche i ricordi”
– “anche i sogni allora”
– “No mamma… – ridendo con sufficienza – i sogni si vedono benissimo nella nostra mente, ma non esistono!“