martedì 15 Febbraio, 2022

Mario Lodi: maestro di dialogo e ricerca

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Il 17 febbraio 2022 è il centenario della nascita di Mario Lodi, maestro, educatore, promotore di pratiche didattiche e educative fra i più influenti del Novecento.

Mario Lodi nasce a Piadena, in provincia di Cremona, il 17 febbraio 1922. Lì morirà il 2 marzo 2014, dopo una vita trascorsa a insegnare nella scuola elementare di Vho, frazione del paese – in quella che è stata anche la mia scuola.

Mario Lodi è stato maestro e scrittore, ha pubblicato storie per e sui ragazzi (si veda qui la sua vastissima bibliografia). È stato soprattutto uno sperimentatore di pratiche pedagogiche e linguaggi di apprendimento: la parola, certo, orale e scritta, ma anche la pittura, il teatro, la cinepresa…

Tra le moltissime iniziative che popoleranno questo centenario, vogliamo ricordare Mario Lodi consigliando la lettura di una graphic novel sul maestro, di cui è appena uscita la riedizione, a cura di Alessio Surian e Diego Di Masi, e con le bellissime illustrazioni di Silvio Boselli: Mario Lodi. Pratiche di libertà nel paese sbagliato, BeccoGiallo, 2022.

Tra le tavole di questo fumetto ritroviamo le enormi intuizioni formative del maestro, ma anche, se non soprattutto, la sua grande umanità, la dedizione per il suo lavoro e l’affetto per il suo mondo.

Il dialogo è al centro dell’operare didattico di Lodi, un dialogo guidato, non costretto né preimpostato dal maestro, e volto alla ricerca ‘del vero’. Il maestro domanda e sollecita il reciproco domandare dei bambini, li invita a esplorare spazi e luoghi, fisici e del pensiero, a cercare insieme, collaborando tra loro, le possibili soluzioni ai piccoli, grandi problemi che si presentano loro.

“Se qualcuno non è d’accordo, chiede di parlare e discute o critica. L’altro e tutti gli altri possono ribattere. Questo per trovare il giusto e il vero. Ma non sempre siamo d’accordo tutti. E allora decidiamo a maggioranza, come fanno i deputati alla Camera, i consiglieri in Comune e i soci nelle assemblee delle cooperative. Questo sistema si chiama democrazia”

Proprio il momento del dialogo così inteso è esso stesso un esercizio formativo, di cui Lodi è ben consapevole: lungi dal ridurlo a chiacchiera, il maestro riconosce tutta la valenza formativa di un dialogo razionale, aperto all’ascolto reciproco e teso al raggiungimento, insieme, di un nuovo sapere. Far dialogare i bambini non è quindi qualcosa di scontato, ma una pratica complessa che richiede esercizio e che evolve, migliorando, nel tempo:

“All’inizio, parlando in classe, i bambini fanno confusione, si scavalcano, parlano tutti insieme. Far sperimentare un momento di caos è un modo per fare intendere loro l’esigenza di rispettare i tempi e le parole altrui. I primi minuti di discussione ordinata sono il primo successo. Poi viene la cooperazione: immagino una scuola dove si discutono le esigenze e di conseguenza le regole” (citazione riportata in appendice al volume, p. 155).

In questo brano, chi come me si occupa di pratica filosofica nell’infanzia, ritrova condensato in poche righe tutto il lavoro che insegnanti e educatori fanno con i bambini per portarli dalla chiacchiera disordinata al dialogo ragionato e pieno di significato.

Emerge forte, di Mario Lodi, la concezione della classe come comunità, una comunità di ricerca diremmo oggi, in cui i bambini insieme conducono un’indagine a partire da problemi, da domande che si sono posti. Uno stile operativo tipico del maestro che gli autori della graphic novel riescono a rendere con efficacia. Si vedano, ad esempio, queste pagine tratte da il racconto “La mongolfiera”:

Il questo fumetto ritroviamo il mondo di Mario Lodi e dei suoi bambini, figli per lo più di operai e agricoltori della provincia cremonese, è un mondo dal paesaggio a prima vista piatto e dai contorni indefiniti, che si perdono ora nella nebbia, ora nell’orizzonte aperto della bassa pianura. Ecco allora che il maestro invita i suoi bambini a osservare, e osservare meglio, per scoprirne la ricchezza offerta dalla natura – la pioggia, gli alberi, una chiocciola – e dalle persone che la abitano – il signor sindaco, il contadino, la mamma che lavora. Il maestro Lodi accompagna i bambini di Vho a prendere coscienza di chi sono e da dove vengono, per potersi così poi aprire al mondo, mettersi in relazione con altri paesaggi e altri modi di essere:

“Vho, 2 ottobre 1964. In questa scuola non c’è niente. Né acquario per osservare i pesci, né giardino per osservare i fiori. Abbiamo però una finestra.”


Mario Lodi ha fondato la Casa delle Arti e del Gioco, ancora oggi centro di studi e ricerche sull’età evolutiva, sui processi di conoscenza, sulla cultura del bambino, a Drizzona, nella cascina di famiglia ristrutturata grazie al Premio Internazionale Lego 1989 conferitogli “for an extraordinary contribution towards the improvement of conditions under which children live and grow up”.

Il centenario dalla nascita è l’occasione per tutti, genitori, maestri, educatori, di conoscere e approfondire il pensiero di questo grande maestro. Qui i link al sito ufficiale del centenario:

https://www.centenariomariolodi.it/

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